«KreTine,
vorreste partecipare alla Lecce Fashion
Week?»
Un invito ad un evento mondano le KreTine non lo rifiutano mai…specie se si
parla di moda! Spesso abbiamo difficoltà ad abbinare i colori e scegliamo
outfit che sembrano più adatti ad uno spettacolo di drag queen, ma nel
complesso anni di letture dei vari Vogue, Vanity Fair e Donna Moderna qualcosa
ce l’hanno insegnata.
L’ultima
volta che abbiamo partecipato ad una Lecce Fashion Week, ci siamo poi ritrovati
sulle pagine di Chi, alle spalle di
una giunonica Romina Power di bianco vestita. Il nostro pensiero è andato
subito a lui: il direttore, Alfonso
Signorini! Cosa avrà pensato di noi? Ci avrà dato delle cretine senza K e T
maiuscola? E soprattutto sarà rimasto affascinato dalla nostra “indiscutibile”
bellezza?
Il
dibattito delle KreTine nei giorni precedenti all’evento è tutto su un unico
tema: cosa indossare? Il dress code impone un certo stile, quindi aboliti jeans
e sneakers: sfideremo l’afa leccese in nome dell’eleganza e che Coco Chanel ci
aiuti dall’alto dei cieli!
L’orario
di inizio è alle 21, quindi decidiamo di darci appuntamento alle 20 per
raggiungere con calma la location e, soprattutto, trovare dei posti a sedere: tre
ore in piedi su un tacco dodici è sfida che non possiamo vincere! I buoni
propositi vanno subito a farsi benedire però: ci ritroviamo con mezz’ora di
ritardo, causa preparativi lunghi e minuziosi (MAISIA presentarsi ad un evento
del genere col capello o il trucco sbagliato!).
L’evento
si terrà in pieno centro, nella splendida Villa Comunale, quindi per evitare di girare per ore a vuoto in cerca
di parcheggio, optiamo per una salutare passeggiata. Il problema è che
camminare coi tacchi nel centro storico di Lecce è impresa ardua: il rischio di
rimanere incastrate tra le tipiche “chianche” leccesi è troppo elevato, quindi
ci spostiamo con la dovuta cautela per evitare sgraditi incidenti di percorso. Arriviamo
alle 21, ovviamente di posti a sedere nemmeno l’ombra, ma dopo un insensato vagare
di qualche minuto, riusciamo finalmente a trovare un posto a sedere grazie
all’intervento salvifico di un magnanimo addetto a non si sa cosa.
I
preparativi fervono e alle 21:30 la sfilata ha inizio. Si parte con una
performance di ispirazione parigina, con abiti voluminosi e modelle che
simulano una danza barocca tra le colonne di un altare neoclassico. Seguono altre collezioni, in genere di giovani stilisti pugliesi, che non è un male, anzi. Tra
i tanti, ci colpisce la giovane Silvia
Dongiovanni, che già avevamo avuto modo di apprezzare alla precedente Lecce
Fashion Week con il suo marchio GroundGround:
ci piace l’idea di una moda “etica”, che lanci anche un messaggio sociale, come
l’importanza del ritorno alla terra e a quella natura da cui tutto ha origine.
Non
essendo Rosanna Cancellieri o Cinzia Malvini,
giornalista di moda de La7 e di Book Magazine, che riveste il ruolo di
presentatrice della serata, non ho competenze “tecniche” sul tema, di
conseguenza mi lascio affascinare dalla musica di Anthony and the Johnsons,
Cocorosie, Depeche Mode e un abbondante Stromae: bisognerebbe creare un genere
a sé, la “musica da sfilata”!
Le
mie KreTine rimangono affascinate dalla performance di Antonio Tarantino, noto hairstylist leccese, e dalla sfarzosità dei
suoi abiti: capolavori totally handmade realizzati in soli 14 giorni, chapeau!
L’evento
si conclude alle 23:30 e mentre la folla di presenti si dirada, noi decidiamo
di affogare la nostra sete di moda nell’alcool: via tacchi e papillon vari,
ritorniamo alla nostra comodità quotidiana!
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