Per
chi non conoscesse El Sabatone di Tobia Lamare, trattasi di una delle
serate più cool dell’estate salentina. Non troverete musica “commerciale”,
“quella bella di oggi”, ma una selezione vintage, in genere anni ’60 e ’70,
molto rock’n’roll. Il bello del Sabatone sta però negli episodi che accadono
durante la serata: e a noi KreTine ne sono capitati tanti!
Una
volta in preda ai fumi dall’alcool presi a schiaffi un ragazzo che aveva osato
dare uno spintone ad un’amica. Un’altra invitavamo i ragazzi presenti (i più
carini) a togliersi la maglietta e a baciarci tutte. La più bella fu quella in
cui un ragazzo ci mostrò la particolare conformazione “a fungo” del suo membro,
il tutto su un pedalò.
Il
mistero maggiore per me è rimasto quelle delle banane, il simbolo della serata.
Per risolvere questo ed altri misteri ho deciso di intervistare il padre del
Sabatone, Tobia Lamare, per ricordare con lui i momenti più strani di 10 anni
di serate e celebrare il ritorno del più grande retro party della costa.
Anche quest’anno riparte come di
consueto il Sabatone. Questo però è un anno speciale perché ricorrono i 10 anni
dalla nascita. In 10 anni quali sono stati i cambiamenti maggiori che hai
riscontrato nel “tuo” pubblico? E guardi con nostalgia a 10 anni fa o
preferisci il Sabatone di oggi?
Diciamo
che in dieci anni il pubblico ha avuto tempo di conoscersi, accoppiarsi e
riprodurre. Ci sono state diverse generazioni di Sabatone. Ovviamente la prima
è quella che mi seguiva negli anni ’90, quando ho iniziato a esibirmi come dj.
Sono facce che non dimenticherò mai anche perché legate a momenti di
trasformazione della nostra provincia dove artisti, promoter e pubblico
provavano a cambiare le sorti delle notti salentine, cercando spazio per la
musica “alternativa”. Se El Sabatone dura da dieci anni direi che l’operazione
è riuscita e le generazioni che sono venute dopo hanno sempre la stessa carica e voglia di
ballare.
Fortunatamente
ho avuto sempre un pubblico “colto” ed esigente a cui non bastava semplicemente
una selezione di grandi classici, ma ha sempre preteso ricerca se non novità.
La
nostalgia è qualcosa che mi appartiene a prescindere. E’ una componente credo
comune a tutti i fan degli Smiths e della musica prodotta negli anni ’60 e ’70.
Chi viene al Sabatone cerca il passato nel presente. Non sono nostalgico delle
mie stesse esperienze, ma degli anni che non ho potuto vivere. Ho sempre tanto
entusiasmo nel ricercare nuovi (vecchi) dischi e di vedere come reagisce la
pista. C’è ancora un mare di 45 giri davanti a noi…
Sicuramente in 10 anni di serate ti
saranno capitati episodi strani (a noi
KreTine tanti, perciò amiamo il Sabatone): ne ricordi qualcuno in
particolare?
Una
volta una coppia è stata sorpresa all’alba
mentre amoreggiava su una sedia vicino al bagnasciuga e ignara ha continuato a
copulare per un’oretta. Quando si sono alzati dalla sedia e si sono girati
verso il lido, hanno ricevuto un meritato applauso da tutta la pista.
Un’altra
volta mi hanno chiesto se le banane le producevo io, un’altra mi hanno chiesto se si potevano comprare. Un’altra
volta c’era una “rockstar” italiana molto conosciuta scocciata perché non se lo
filava nessuno.
Qualche
volta si sono fermate delle barche a vela e sono arrivati in canotto alla
festa.
Ma
le cose più incredibili le avete vissute voi che ballavate, magari poi me ne
raccontate qualcuna.
Il Sabatone ha ospitato grandi ospiti
musicali. Personalmente ricordo una serata con Erlend Oye dei Kings of
Convenience alla consolle. Cosa dobbiamo aspettarci per il decimo anniversario?
Su, dacci qualche anteprima Tobia!
Sì, in realtà Erlend aveva suonato qualche ora prima a Lecce con i K.O.C. e
fortunatamente ero riuscito ad aprire il loro concerto con un set acustico.
Dietro il palco avevamo scambiato due chiacchere e gli avevo dato un invito del Sabatone. Dal palco lui dice “e dopo andiamo tutti a Sabatone…the biggest retro
party of the coast”. Così si presenta e mi chiede di mettere due pezzi. Così ci
fa ascoltare e ballare in anteprima il suo singolo “La prima Estate”.
Quest’anno,
mie care KreTine, gli ospiti già confermati sono grandiosi. A luglio avremo
tanti ospiti dall’Italia: SoulKitchen Roma, We Love Surf, Alessandro Sciarra,
Goffry. Ad agosto da Londra avremo la scuderia della Acid Jazz Records: Dean
Rudland, Snowboy che tra le sue collaborazioni vanta Amy Winehouse e Mark
Ronson, e Eddie Piller che è stato il produttore che ha scoperto Jamiroquai.
Secondo te, si può definire il Sabatone
una serata "friendly", data la selezione musicale e il pubblico che attira?
E’
una serata in cui ogni persona è libera di essere se stessa. Questo penso sia
il presupposto di una serata friendly. Credo che negli anni lo sia diventata
sempre di più, anche grazie alla selezione musicale e alle icone che regnano nel
Sabatone. Per molti anni, a Londra, che è il posto in cui ho imparato il senso
della parola party, ho frequentato esclusivamente club vintage e feste gay
perché erano le serate in cui mi divertivo di più e mi sentivo anche più
libero. Penso che naturalmente le due esperienze abbiano influenzato il Sabatone
nella stessa misura. Sono felice se El Sabatone è riconosciuta come una festa
friendly, perché significa che c’è una bella atmosfera che non ha bisogno di
etichette, ma solo di gigantografie di Magnum P.I.
Per concludere, il “grande perché” delle
KreTine. Perché hai scelto come simbolo del Sabatone sua maestà la banana?
L’ultima
volta che Lou Reed ha suonato a Lecce era di sabato sera. Volevo fare
un’installazione per rendere omaggio ai Velvet Underground, Andy Warhol e la
pop art. Così ho appeso 40 kg
di banane per il Buena Ventura. E’
divertente, per chi vuole malizioso, ed aiuta a riprendersi dopo aver bevuto un
po’. Potassio forever.
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