Tutti
ricordano il personaggio del baronetto Jean
Claude in Sensualità a corte: i suoi litigi con Madre, finiti quasi
sempre in tragedia; gli amori tormentati coi vari Renato (Batman), Stefano
(Dart Fener), Armando (Diabolik), Titti (Robin Hood) e Diana (Wonder Woman); il
rapporto complicato con la moglie Cassandra, che tenterà più volte di
trasformare il baronetto in un campione di virilità, con risultati a dir poco
scarsi. Un simpatico inetto di fine Settecento, insomma.
Curiose
di sapere le sorti dell’amato baronetto, le KreTine hanno deciso di
intervistare l’attore e regista Marcello
Cesena: dal suo passato coi Bronkoviz, alle esperienze come regista con Diego Abatantuono in Mari del Sud e Aldo, Giovanni e Giacomo in Il cosmo sul comò. Un dilemma su tutti:
riuscirà Jean Claude a coronare il suo sogno d’amore?
Il personaggio di Jean Claude in Sensualità a corte ti ha reso celebre al pubblico più giovane.
Le KreTine più attempate ti conoscevano e apprezzavano già ai tempi dei Bronkoviz, compagnia fondata con Maurizio Crozza, Carla Signoris, Ugo Dighero e
Mauro Pirovano. Cosa pensi della comicità italiana di oggi, sempre più lontana
dal teatro, dal cinema e dalla stessa tv e concentrata sempre più sul web?
Oramai,
lo confesso, seguo più la comicità sul web che quella televisiva. Diciamo che
la scomparsa dalla TV di gran parte dei programmi comici “storici” mi ha
aiutato molto in questo. Trovo che il web sia un palcoscenico implacabile,
perché quando guardi, per dire, una web-serie, sei solo e concentrato molto più
che davanti alla TV. Quindi se la noia serpeggia, lo capisci subito.
Hai studiato alla Scuola di Recitazione
del Teatro Stabile di Genova e debuttato in teatro accanto Giorgio Albertazzi
nell’Enrico IV di Pirandello. Secondo te esiste una ricetta per riportare il
pubblico più giovane al teatro?
La
ricetta è puntare in maniera decisa ad un pubblico giovane. Mentre il teatro, come la televisione
generalista d'altronde, ha continuato a puntare al pubblico degli abbonati,
cioè ad un pubblica via via sempre più anziano, proponendo cose il più delle
volte vecchie e brutte.
Come regista cinematografico hai diretto
Diego Abatantuono in Mari del Sud (2001) e Aldo, Giovanni e Giacomo in Il cosmo sul comò (2008). Per un attore comico è complicato
rapportarsi sul set a colleghi nel ruolo di regista? E ti vedremo presto a
dirigere un nuovo film?
Per
me è stato molto naturale il passaggio alla regia. In fondo, da regista e
attore, io e gli attori dei miei film parliamo la stessa lingua e ci capiamo al
volo. Spero di girare presto un nuovo film.
Hai diretto alcune tra le più note
campagne pubblicitarie degli ultimi anni, con testimonial come Gigi
Proietti, Fiorello, Luciana Littizzetto, Paola Cortellesi, Claudio Bisio e
tanti altri. Hai mai ricevuto critiche da quegli ambienti radical chic che
guardano spesso con disprezzo a tutto ciò che è “commerciale”? E come hai
risposto nel caso?
Da
moltissimo tempo, la pubblicità è considerata un linguaggio trainante per molte
altre forme espressive. Di conseguenza, non esiste più alcuno snobismo in
questo senso, anzi.
Per concludere, il “grande perché delle
KreTine”: perché in Sensualità a corte il povero Jean
Claude non giunge mai a coronare il suo sogno d’amore con un bel fustacchione,
in pieno stile telenovela sudamericana (pensiamo al rimpianto Edoardo Palomo in
Cuore Selvaggio)?
Jean
Claude non coronerà mai il suo sogno d’amore, esattamente come Silvestro non
mangerà mai Titti :
è la loro natura!
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