Ho deciso di classificare gli uomini
basandomi sulle mie esperienze vissute fino ad ora. Negli ultimi tempi, mentre
vivevo quei pochi attimi di lucidità e non perdevo il mio IO nel vino, mi sono
permessa di elaborare la “rassegna scientifica” più discussa dalle KreTine e
non. Il primo esemplare è sulla bocca (e non solo) di tutte le KreTine che
hanno come mito le varie “star giaguaro”
Madonna e Demi Moore e tentano invano di seguirne le tracce.
L’ORSACCHIOTTO
Esemplare maschile con un’età compresa tra
i 18 ed i 24 anni, fisicamente molto sviluppato, tanto da pensare che sia in
procinto di diventare uomo e che abbia già perso la verginità.
Tale pensiero, in realtà, si frantuma
subito dopo averlo sentito parlare o “mugolare”.
E’ in quel preciso momento che ti arrangi,
perdi ogni possibile speranza ed inizi a comunicare con lui tramite il L.I.S.,
o meglio ancora con un album da disegno e dei bei colori pastello.
Questo esemplare maschile spesso risulta
essere dolcissimo, esente da malizia in corpo, se non quando si parla dei suoi
amichetti orsetti gommosi o delle carte dei Pokemon.
L’esemplare viene denominato, in alcuni
casi specifici, TOY BOY .
Questo succede quando tenta di evolversi e
decide di accoppiarsi e copulare con donne più mature di lui, le amatissime e
temutissime COUGAR.
Da quel momento la vita del nostro
esemplare maschile cambia: si trova a bere e mangiare pietanze raffinate a cui
però non riesce a dare un nome nella lingua originaria; viene mostrato alle
altre cougar come il trofeo vinto alla Sagra della Salsiccia condita al
peperoncino; deve costantemente e categoricamente essere pronto all’uso per
soddisfare tutte le esigenze sessuali e non della “signora”; deve aggiornarsi
sull’abbigliamento consono ai vari eventi mondani e conseguentemente abbandonare
le scarpe fluorescenti.
Nonostante l’impellente esigenza di
evolversi, i suoi limiti rimarranno per sempre!
SUGGERIMENTI
L’orsacchiotto (toy boy) costringe le
KreTine ad una scelta: crescerlo a propria immagine e somiglianza (assumendosi
tutti i rischi e pericoli del caso), oppure lasciarlo andare per la sua strada
e riprenderselo dopo una decina d’anni, quando avrà più esperienza e non avrà
più bisogno di una “nave scuola”. Tra le due strade, si consiglia vivamente di
percorrere la seconda, se non si vuole compromettere il proprio già precario
equilibrio psicologico!
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