Se il 1492 viene ricordato come l’anno in cui
Cristoforo Colombo scoprì l’America, con buona pace delle popolazioni indigene
che di lì a poco inizieranno a subire violenze inaudite e diranno addio alla
loro esistenza paradisiaca, il 2014
verrà ricordato dagli storici come l’anno della scoperta di Matera da parte degli Italiani.
Testimonianze si susseguono a riprova dell’avvenuta
scoperta, sotto forma di SELFIE che
affollano le bacheche dei social network e che ritraggono volti tipici della
popolazione italica (espressioni sorridenti o DUCK FACES che potreste ritrovare
solo sul profilo Instagram di Belen Rodriguez) e, sullo sfondo, scorci dei
Sassi, Barisano o Caveoso in egual misura. Storici ed antropologi si
interrogano circa le cause di tale fenomeno transmigratorio, che per dimensioni
e portata potrebbe essere paragonato all’invasione estiva delle coste salentine
da parte delle popolazioni lombarde, in special modo milanesi.
Ultimamente gli studiosi sembrano convergere sulla “teoria del missionario radical chic”,
secondo la quale il maggiore attore di tale movimento migratorio sarebbe
appunto l’italico metropolitano che, stanco dei suoi weekend tra Montecassino
e Castiglioncello, cerca nuovi stimoli nella Capitale Europea della Cultura
2019 e parte alla volta della città dei Sassi armato di spirito missionario, utile a convertire le autoctone (e selvagge) popolazioni locali, con tante
domande a cui cercare risposta: se non hanno la stazione, come faranno a vivere?
E come ci accoglieranno? Saremo vittime di cannibalismo? E
soprattutto…TROVEREMO IL SEGNALE PER PUBBLICARE I NOSTRI SELFIE TRA I SASSI?
Mi ricordo quando da bambini, alle elementari, la
visita annuale a Matera era d’obbligo e ripeterla anno dopo anno ha contribuito
a renderla indigesta a tanti giovani lucani: la maestosità e la bellezza eterea
della città sono indiscusse sia ben chiaro, ma è come mangiare per giorni e
giorni salmone e caviale fino a non poterne più, nonostante si tratti di cibi
prelibati! Considerate poi che i giovani lucani raramente vivono nella loro
terra natia, date le difficoltà a
trovare un lavoro e l’impossibilità di poter progettare un futuro in
Basilicata, l’hanno spesso abbandonata da anni e per tanti anni hanno vissuto
in luoghi dove le domande più frequenti erano:
1. “Ma la
Basilicata è una Regione?” NO, È UNO STATO DELLA MENTE!;
2. “Basilicata e Lucania sono regioni diverse, vero?” SÌ,
COME ALBUME E BIANCO DELL’UOVO!;
3. “Matera in Basilicata? Non era in Molise?” CERTO,
INFATTI TUTTI CONOSCONO I FAMOSI SASSI DI CAMPOBASSO!
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