Più
fastidiose degli squilli, di cui rappresentano l’indegna evoluzione. Simpatiche
come un riccio dagli aculei ritti infilato nelle mutande durante l’ora di
crossfit. Generalmente hanno un’utilità prossima allo zero, pari a quella delle
riflessioni sui grandi temi di attualità di Flavia Vento (l’egittologa) su
Twitter. Oggi parliamo di loro: le note
vocali!
Se
Mosé avesse tentato la fuga dall’Egitto oggi, Dio le avrebbe inserite tra le
dieci piaghe al posto delle ulcere su umani e animali: cosa sono delle
“simpatiche” piaghe sul corpo in confronto a minuti interminabili di monologhi
basati sul nulla?
Leggenda
vuole che le noti vocali siano una creazione del demonio: invocato per sbaglio
da Paolo Brosio durante la scrittura di uno dei suoi libri su Medjugorie per
dare un tocco di pepe al racconto, punì il genere umano tutto con la
maledizione dei messaggi vocali registrati!
La
verità è che quando riceviamo una nota vocale, magari in risposta a una
semplice domanda tipo “cosa mangi?” o “sta piovendo?”, il pensiero comune è sempre
lo stesso: “perché a me? PERCHÉ?”.
Tra
la miriade di note vocali che riceviamo quotidianamente, tre sono quelle che
più odiamo:
1. la nota vocale
fiume, (durata minima stimata 5 minuti), ovvero un monologo in cui non è
prevista alcuna possibilità di risposta, ad accezione di un “ok”, spesso rappresentato
con l’iconico pollice ritto. La verità è che nessuno ascolta note vocali che
superano i 30 secondi, al massimo si ascoltano a tratti e mentre si fanno
attività a cui si presta maggiore attenzione. Quasi sempre la nota vocale fiume
non viene nemmeno scaricata e si cerca di coglierne il contenuto chiedendo
informazioni alle persone che hanno avuto il coraggio di ascoltarle. Per chi è
solito inviare note vocali di tale durata, il consiglio è solo uno e si
riassume in una sola parola: SINTESI!!!
2. la nota vocale
interrotta, (durata media 1 minuto), è quella che vorresti tanto ascoltare,
perché si presuppone sia pregna di significati e di contenuti a cui sei
realmente interessato, ma nel momento clou si interrompe, lasciandoti quella
sensazione di amarezza che provi soltanto quando una puntata della tua serie
preferita si conclude con “il tuo vero padre è…TITOLI DI CODA!”. In genere
l’interruzione è dovuta ad un incauto utilizzo dello smartphone, al pollice che
scivola via o all’entrata di orecchie sgradite nella stanza in cui si sta
registrando. Il consiglio in questo caso è uno soltanto: come durante un
rapporto sessuale, cercate di concludere!
3. la nota vocale
musicale, (durata media 3 minuti), consiste nell’invio di una canzone,
romantica per l’innamorato/a, demenziale o trash per le amiche KreTine.
Nell’universo dei messaggi vocali, sono le meno fastidiose. Il problema è che
spesso sono accompagnate da quel simpatico fruscio di sottofondo che rende
impossibile capire se trattasi di un capolavoro dei Beatles o dell’ultima hit
stracciapalle di Alessandra Amoroso. Se volete dedicare una canzone, evitate
quindi di registrarla live, ma scaricatene il file e inviatelo: solo così il
senso della nota verrà recepito correttamente dal destinatario!
Fiume,
interrotta o musicale che sia, non fa alcuna distinzione per me: le odio tutte
indistintamente! Piuttosto l’ascolto dell’intera messa trasmessa su Rai Uno la
domenica mattina, con emicrania da postumi del sabato sera, ma alle note vocali
(come ai grassi e ai colpi di sole) dico NO!
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