Stavo riguardando una puntata
del telefilm “Girls”, stesa nel letto, coperta fino al collo, continuando a
sentire freddo. Sarà il clima, sarà che gennaio non sia poi un mese tanto
gioioso e spensierato, saranno gli ormoni che si dimenano, sarà il ciclo che
tarda a venire, non ne ho idea ma mi sento tremendamente angosciata e apatica.
Quando sono apatica degenero
quasi sempre in uno stato di depressione cosmica, dove tutto e tutti sono nel
posto sbagliato al momento sbagliato. Non è la prima volta che mi ritrovo a
farneticare e a dover gestire una “crisi esistenziale”, una crisi che spesso mi
porta a mettere sul piatto della bilancia quella che è
stata la mia vita fino all’istante prima della crisi cosmica. Non so forse
adoro flagellarmi, o forse amo mettere sempre tutto così in discussione, o forse
più semplicemente è un gran bel periodo di merda. La vita è veramente
imprevedibile: quando credi di aver conquistato quel piccolo pezzetto di
serenità e di stabilità mentale, il che non è cosa da poco, tutto si capovolge!
Il
rapporto sentimentale che durava da anni e che credevo fosse una pietra
miliare, una certezza in questo mondo effimero, va a puttane (scusate il
francesismo, ma credo di rendere meglio l’idea), perché caratterialmente ti accorgi
che l’altra persona inizia a parlare una lingua incomprensibile e non hai la
pazienza e la forza di decodificare quel “linguaggio incomprensibile”. La mia
salute fisica è in sintonia con il mio malessere psicologico, in quanto credo
di avere i sintomi di tutte le patologie esistenti al mondo. E infine il
percorso universitario, che sta per volgere al termine, mi mette una tristezza
infinita (neanche fosse la fine del mondo preannunciata dagli antichi Maya).
Non so forse ho una strano modo di percepire le cose o forse sono un po’ troppo
paranoica rispetto al resto della popolazione: ogni cosa mi mette ANSIA!
E
allora ti chiedi perché capiti tutto a te, perché questa estrema sensazione di
oblio debba sempre sfiorare la tua esistenza e ti chiedi sopratutto cosa possa
allieviare quel dolore esistenziale. Dopo tutto questo pensare e ripensare così duramente, tanto da necessitare di un Oki, hai bisogno di reagire. Sicuramente
gli ultimi panini di McDonald’s aiutano come qualsiasi altro junk food dolce o
salato, preferibilmente mangiato sul divano, in solitudine, così nessuno potrà
compatire il tuo stato di merda. Ma se hai la fortuna di vivere in una casa
abitata da altri inquilini “crazy”, capisci che la parola solitudine non esiste,
in quanto le tue fedeli ed esaurite compagne di viaggio, di letto e di casa non
ti potranno mai e poi mai abbondonare in quello stato. Anche perché il tuo
periodo di merda non può essere sprecato ma bisogna degnamente onorarlo, come
la festa del santo patrono della città. Perché la parola “crisi” porta subito a
chiudersi in difesa e l’attacco migliore sono le bustine di cioccolato Cameo. E
allora tutto si ridimensiona, inizi a respirare di nuovo a pieni polmoni e
quasi quasi dimentichi la crisi cosmica che ha generato quel malessere
leopardiano. Quasi per miracolo spariscono tutti i sintomi di malessere, almeno
momentaneamente, e quando meno te lo aspetti arriva la cuoca di casa che ha
appena sfornato diecimila pancakes, che basterebbero a sfamare un’intera
comunità. Perché nella “coinquilinanza” non possiamo solo condividere
cibo, carta igienica, bollette, mutande, spazzolino a volte (purtroppo e
aggiungerei “che schifo!”), ma bisogna condividere appassionatamente anche i
periodi di merda.
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